Se Parigi ha Versailles, Parma da parte sua può vantare la sua “petite Versailles”. La reggia si trova a una quindicina di chilometri dalla città, nel centro del paese di Colorno, dove occupa un lato della piazza principale ed è lambita dal torrente Parma. Oltre la facciata dell’edificio, incorniciata da due torri, si aprono in successione quattro cortili, mentre sul lato ovest si estende un bellissimo giardino con una grande fontana, siepi che creano disegni geometrici e gallerie di carpino bianco.
Nulla rimane dell’originaria struttura medievale della reggia. L’edificio che vediamo oggi risale infatti alle modifiche attuate dai Farnese tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo. La decorazione degli interni si deve invece all’iniziativa dei duchi Borbone e di Maria Luigia. Trasferitosi a Colorno nel 1749, Filippo di Borbone commissionò dipinti, arredi e arazzi ad artisti e artigiani in prevalenza francesi. La moglie, Luisa Elisabetta, figlia del re di Francia Luigi XV, volle infatti ricreare a Colorno l’atmosfera che aveva fatto da scenario alla sua infanzia nella residenza di Versailles.
Nell’Ottocento Maria Luigia, seconda moglie di Napoleone, fece restaurare gli ambienti del palazzo. Visitando gli appartamenti di don Filippo di Borbone, Luisa Elisabetta e del figlio Ferdinando si potranno ammirare, oltre agli affreschi settecenteschi, anche i dipinti ottocenteschi.
La reggia è stata a più riprese privata degli arredi: nel 1734, quando Carlo Borbone duca di Parma trasferì le collezioni dei Farnese a Napoli e dopo l’Unità d’Italia, con la scelta da parte dei Savoia di privilegiare sedi più prestigiose di Colorno, trasferendo a Roma, Torino e Firenze opere e mobilio. Gli appartamenti dei duchi, pur privi degli arredi originali, mantengono il loro fascino grazie ai raffinati soffitti con decorazioni dipinte e a stucco, alle eleganti pavimentazioni e alle boiserie e serrature settecentesche ottimamente conservate. Accanto alla reggia si trova giardino con una grande fontana, siepi che creano decorazioni simmetriche e una galleria di rampicanti.
Insieme a noi attraverserai una dopo l’altra le stanze della reggia, visitando gli appartamenti di don Filippo e Luisa Elisabetta nel piano nobile, l’ala in cui visse il duca Ferdinando e l’oratorio di San Liborio. Percorrendo i cortili, potrai lasciarti inebriare dal profumo delle pietanze cucinate dagli allievi della scuola di cucina ALMA, fondata da Gualtiero Marchesi, che occupa oggi parte dei locali del complesso.
Durata della visita: circa un’ora e un quarto
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Ad Alicanto piace farsi sorprendere ogni volta come fosse la prima dall’incantevole osservatorio astronomico di Don Ferdinando con vista su Colorno
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